Le carenze emotive sono il miglior nutrimento per l’anima
Di - Redazione - 3 Novembre 2018 in Psicologia
L’arte delle carezze emotive va oltre il semplice contatto fisico. Vuol dire accarezzare l’anima con uno sguardo, parlare con tenerezza ad un bambino, dire “ti penso, ti rispetto e ti voglio bene”, è la musica che alimenta il nostro cervello per imparare a darci valore.
Gli esseri umani sono socievoli per natura e, per sopravvivere e per crescere con felicità e sicurezza, abbiamo bisogno di questo tipo di stimoli: le carezze emotive. Queste carezze non sono sempre positive: alcune vengono date attraverso il sarcasmo, il disprezzo e l’indifferenza.
L’affetto e il rispetto non hanno bisogno del contatto fisico per essere rinnovati e dimostrati. La carezza emotiva, ad esempio, può essere eseguita anche nell’ambito lavorativo, attraverso la fiducia, l’ammirazione e la gratitudine.
Si sta perdendo la capacità di connettersi attraverso gli sguardi, di fare sforzi verbali, di offrire la parola giusta nel momento giusto. La tecnologia ci ha portato a sostituire tutte queste espressioni con altre più artificiali e meno sentite.
C’è anche un altro aspetto da considerare: così come ci sono alcune persone che non sanno offrire carezze emotive, ci sono anche quelle che, semplicemente, credono di non meritarle. Sono persone che, in un determinato momento e per una qualsiasi ragione, hanno smesso di accarezzare se stesse e di alimentare la propria autostima.
Offrire e accettare carezze positive è molto importante per non cadere in questo stato. E’ fondamenta anche l’essere capaci di chiedere questo tipo di carezze, così come di rifiutare quelle negative.