Come chiudere i cicli: le regole per farlo correttamente
Di - Redazione - 14 Novembre 2018 in Psicologia
Quando si parla di cicli ci si riferisce a quei processi della vita che cominciano, si sviluppano e si concludono. Nonostante, in pratica, nulla si concluda del tutto, è importante imparare a chiudere i cicli quando il loro processo finisce, per continuare ad andare avanti ed evitare di restare impantanati.
Per fare ciò è importante saper distinguere la chiusura dei cicli con il subire perdite. La chiusura di grandi tappe della vita implica, a volte, dolore, ma non ha il carattere improvviso, imprevisto e profondamente doloroso delle perdite.
La parte più importante della chiusura dei cicli è che essa incide direttamente sul futuro. Restando aperto, il ciclo andrà ad interferire con il progresso personale. Di seguito ti suggeriamo alcune regole per chiudere i cicli.
Prima regola della chiusura dei cicli: lasciare andare
Gli esseri umani tendono ad aggrapparsi alle cose che conoscono, anche se negative. L’abitudine è una forza potente che ci spinge a mantenerci nell’inerzia. Ci si sente più comodi a sopportare il male noto, che ad intraprendere l’avventura del buono da esplorare.
E’ lì che nasce la resistenza alla chiusura dei cicli. Una parte di noi vorrebbe restare nel “conosciuto” ed evitare l’incertezza del “nuovo”. E’ per questo che la prima regola è lasciar andare. Un ciclo si chiude davvero quando il processo raggiunge la fine e, per farlo, bisogna riconoscere la nuova realtà.
Seconda regola: dire addio e fare un bilancio
Nonostante la chiusura dei cicli spesso implichi l’abbandono di situazioni che ci fanno del male, quasi sempre creerà una sofferenza. E’ per questo che è necessario vivere la classica tristezza generata dai finali e dire addio alle situazioni che stanno per sparire. Il miglior modo per farlo è costruire una memoria su quanto vissuto.
Terza regola: il momento di intraprendere
L’obiettivo principale della chiusura dei cicli è metterci in pace col passato immediato, per poter andare avanti senza che esso possa influire o invadere il nostro presente. Qualsiasi fine implica un nuovo inizio, e quest’ultimo dovrà essere al centro della nostra attenzione.
Il “nuovo” non deve spaventarci, e il momento di squilibrio e confusione iniziale passerà presto per dare spazio ai primi frutti. Un tocco di avventura, sorpresa, apprendimento e adattamento sono fondamentali per intraprendere cambiamenti che ci daranno molto più di ciò che abbiamo perso. Chiudere cicli è vitale per la nostra salute mentale.