Il segreto di Seneca per calmare l’ansia e allontanare le preoccupazioni
Di - Redazione - 29 Giugno 2019 in Psicologia
Dell’ansia si parlava già dai tempi di Seneca, se non da prima. Non si chiamava così, e non esisteva una scienza psicologica. Tuttavia, i filosofi di quel tempo si occupavano anche di riflettere sul comportamento degli esseri umani, tracciando delle linee guida su come viveere al meglio.
Seneca fu uno dei principali rappresentanti della scuola filosofica degli stoici, interessati sopratutto alla riflessione sulla morale e i costumi, in un periodo storico caratterizzato da un enorme degrado etico, che portò alla distruzione dell’Impero.
Gli stoici rifiutavano l’idea di un essere umano guidato dalle passioni, considerate una fonte di degrado e sofferenza. Optavano per l’autocontrollo e la ragione.
Seneca, da buon stoico, cercava di vivere una vita virtuosa. Sull’ansia disse: “Ciò che consiglio è di non essere infelice di fronte alla crisi; perché può essere che i pericoli davanti ai quali impallidisci […] non ti raggiungeranno mai; sicuramente non sono ancora arrivati”.
In questo modo, Seneca traccia le basi di un concetto che alcune correnti della psicologia hanno verificato successivamente: l’ansia è un sentimento che ci porta ad aspettarci il peggio, senza che sia accaduto. Una percezione che ci fa vivere in funzione di un qualcosa di negativo che non è successo e che, probabilmente, non succederà.
“Abbiamo l’abitudine di esagerare o di immaginare, di anticipare il dolore”, aggiunge Seneca. In altre parole, cominciamo a soffrire prima ancora di avere motivi reali per farlo.
Così come propone Seneca, dovremmo vivere piuttosto che spendere tempo ed energie preparandoci per vivere. Bisogna lasciare che gli avvenimenti fluiscano, concentrando la nostra attenzione sul presente.