Consiglio buddista: quando non sai cosa fare, non fare niente

Di - Redazione - 4 Agosto 2018 in Psicologia

Nella calma si trovano tutte le risposte. Non fare niente, quando non si sa cosa fare, è la soluzione. Per quanto possa sembrare contraddittorio e illogico, questo antico consiglio buddista potrebbe essere la soluzione ai nostri problemi.

Ma cosa vuol dire restare calmi? Ci si riferisce sopratutto alla calma mentale, al silenzio. All’essere capaci di eliminare dalla testa il “suono” che ci impedisce di ascoltare la soluzione

Può sembrare contraddittorio, perché quando ci troviamo di fronte ad un problema, ci dedichiamo a cercare la soluzione nel minor tempo possibile. Ed è proprio in questo momento che la testa comincia a fare mille giri, bloccando qualsiasi atto creativo che si possa mostrare. La chiave è questa: saper mantenere la calma nel bel mezzo della tempesta.

Calmare la mente in circostanze che ci spingono a fare il contrario sembra utopico, ma non lo è. Tu non sei il vortice di pensieri che ti martellano la testa, sei solo l’osservatore che si trova nel bel mezzo del problema. Sei la coscienza, che sta aspettando di essere ascoltata.

Come raggiungere questo stato di calma che ci permette di risolvere i problemi? Sicuramente attraverso il silenzio. Per poter vivere in allegria e lucidità è fondamentale il silenzio, sia interno che esterno. Una chiusura fisica con la testa piena di rumore è inutile. Silenzio dentro e fuori.

Basta un po’ di tempo al giorno, per poterci riequilibrare e poi di uscire dal vuoto interiore. Ad esempio: cerca di tenere in mente il “problema” che non sai come risolvere, e cerca di immaginare di metterlo in una scatolina e di consegnarlo a questo “Io” che, anche se non conosci, senti vicino.

Anche la meditazione aiuta: bastano 10 minuti al giorno. Il non fare nulla, letteralmente nulla, ci permette di ristabilire una sensazione di calma Ascolta musica rilassante, osserva e contempla. Allontanati dal tuo contesto, fai un’escursione nella tua città, fallo da solo e lascia scorrere le ore mentre pensi ad altro.

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Commenti dei lettori

  1. Lisa dice:

    Grazie per i messaggi di saggezza

  2. Veronica dice:

    Una domanda che mi faccio: quando facciamo silenzio interiore, ci poniamo una domanda e arrivano diversi imput… Questi imput da dove provengono? Proprio dalla coscienza? O potremmo dire da una coscienza superiore? Grazie a chi saprà rispondermi

    • Domenico Santoro dice:

      Secondo me vengono dal nostro lume interiore che a sua volta ci è dato da una coscienza superiore.

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