Due adolescenti italiani creano il guanto che “fa parlare” i sordi

Di - Redazione - 13 Agosto 2019 in Altre malattie e rimedi

Due ragazzi italiani, Mateo Ibro e Antonio Falsetti, rispettivamente di 17 e 16 anni, studenti di una scuola di Castellanza (Varese), hanno ideato un guanto che potrebbe cambiare la vita a migliaia di persone.

Si tratta di un guanto che, se collegato ad uno smartphone, può tradurre in linguaggio verbale la lingua dei segni. Ciò permetterebbe alle persone sorde di poter comunicare con tutti.

Il progetto si chiama “Good morning, ed è il risultato di un progetto di educazione digitale più amplio lanciato da Microsoft Italia e dalla Fondazione Mondo digitale.

L’idea dei due giovani studenti è stata quella di studiare una tecnologia capace di tradurre i segni in suoni, utilizzando sensori di flessione. Gli anelli, che si infilano sulle dita, sono collegati ad una scheda a sua volta collegata ad un altoparlante: ad ogni posizione delle mani è associato un suono, una parola.

Quando una persona utilizza il linguaggio dei segni, le sue parole sono pronunciate da una voce sintetica.

Si spera che il progetto, frutto dell’ingegno e dell’altruismo dei due ragazzi e di tutta la loro classe, possa essere migliorato ed essere usato per migliorare la vita alle decine di migliaia di persone sorde che vivono in Italia e in altre nazioni del mondo.

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Commenti dei lettori

  1. Roberto dice:

    Ma non erano stati quelli di Washington?

    https://www.youtube.com/watch?v=mtgS7vZx-AI

  2. Aldo dice:

    Veramente la titolarità del brevetto ce l’ha un’azienda Italiana. La LiMiX Srl, nata nel 2015 ed ha subito brevettato la tecnologia. È stata riconosciuta in tutto il mondo e sta creando il prodotto vero e proprio: http://www.limix.it/
    Ho conosciuto i ragazzi personalmente, sono Francesco Pezzuoli e Dario Corona, ricercatori dell’Università di Camerino.
    Se c’è qualcuno che si merita qualche riconoscimento quelli sono loro ed il loro team.
    Potete vedere il loro guanto: https://www.youtube.com/watch?v=g2UqBKFKR6M&t=31s

  3. Lidia dice:

    Per cortesia, non chiamate la LIS-lingua dei segni italiana linguaggio, è una lingua, con tanto di grammatica e sintassi. Grazie

  4. Élise dice:

    Tutto molto bello.
    Una accortezza, non si dice sordomuti ma sordi. Non è un’offesa, è un dato di fatto. E chi é sordo non é muto. Può fare comunque dei suoni con la voce.
    É la figlia di due sordi e lei stessa interpreta in lingua dei segni che ce lo ripeteva al corso di Lis….

  5. Roberto dice:

    ‘mazza che carogna che avete tutti…

  6. Fabrizio LP dice:

    Scusate, ma per correttezza di linguaggio:
    1) si dice “sordi” e non “sordomuti” (infatti non le persone non sono mute per niente, anche perché fanno parecchi anni di logopedia per imparare ad esprimersi anche con la voce);
    2) si dice “lingua dei segni” e non “linguaggio”, perché è una vera e propria lingua (mentre il linguaggio è altro, è uno strumento comunicativo, quale i gesti che usiamo per accompagnare il nostro linguaggio, quello corporeo, quello musicale ecc.)

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